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Joi Magazine

🇮🇹 Proteggere e dare voce ai giovani ebrei LGBT prima che sia troppo tardi 🇮🇹

🇮🇹 Proteggere e dare voce ai giovani ebrei LGBT prima che sia troppo tardi 🇮🇹

I genitori di Adam Seef, un adolescente ebreo appartenente ad una comunità ortodossa modern di Johannesburg, in Sud Africa, mai si sarebbero potuti immaginare che non l’avrebbero visto tornare dal viaggio in Israele organizzato dall’associazione giovanile ebraica Ohrsom Student.

Al suo posto, sono giunti diversi messaggi, scritti sul suo smartphone prima che Adam si togliesse la vita.

«Provare a fingere di essere qualcosa che non sono di fronte a tutti voi sta diventando più difficile ogni giorno che passa, perché non sono l’eterosessuale che fingo di essere. Avrei voluto potervi dire tutto, e so che avreste capito, ma sotto sotto, so che il nostro rapporto sarebbe cambiato», ha scritto Adam in uno dei messaggi indirizzati ai suoi cari, riportati dal quotidiano sudafricano Sunday Times. «Vedo [i miei amici] allontanarsi da me, trovare il successo e l’amore eterosessuale, lasciandomi solo ed isolato».

🇮🇹 Casa Bianca, il “family affair” che spaventa gli addetti alla sicurezza 🇮🇹

🇮🇹 Casa Bianca, il “family affair” che spaventa gli addetti alla sicurezza 🇮🇹

NEW YORK—I primi di aprile, un’addetta dell’ufficio della sicurezza del personale della Casa Bianca ha confermato voci di corridoio che circolavano da tempo: alcuni alti funzionari dell’amministrazione Trump avrebbero «scavalcato» le regolari procedure di sicurezza per concedere ad almeno 25 dipendenti della Casa Bianca i security clearance, ovvero i nulla osta che permettono ai lavoratori di accedere a informazioni riservate. Uno dei venticinque pare essere Jared Kushner, senior adviser nonché genero del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Leggi l’articolo qui.

🇮🇹 Stati Uniti e Israele, le sfide della conferenza annuale di AIPAC 🇮🇹

🇮🇹 Stati Uniti e Israele, le sfide della conferenza annuale di AIPAC 🇮🇹

NEW YORK—Non è cominciata nel migliore dei modi l’edizione 2019 della conferenza annuale di AIPAC, la più importante lobby pro-Israele degli Stati Uniti, che quest’anno ha raccolto ben 18mila partecipanti a Washington.

Prima, con il tweet poco fortunato della deputata del Minnesota Ilhan Omar. «It’s all about the Benjamins baby», è tutta una questione di soldi, ha scritto a febbraio Omar riferendosi al supporto americano per Israele. È un mantra pericoloso, che secondo molti odora di stereotipo antisemita. Alla domanda di una giornalista del Forward a quali soldi si riferisse, Omar ha prontamente risposto: «AIPAC!», sollevando un gran polverone per aver sostenuto che l’organizzazione pro-Israele «compri» il sostegno dei politici americani. (Photo: Michael Gross/ Public Domain). Continua a leggere…